Si definisce diritto commerciale una branca del diritto privato che comprende varie ed articolate materie legate agli aspetti giuridicamente rilevanti delle attività economiche. Più in particolare, esso regola ed ha per oggetto gli atti e le attività dell'impresa. Può quindi essere definito come il diritto privato delle imprese.
In Italia, le sue fonti sono contenute nel Codice Civile o in leggi speciali.
Il diritto commerciale studia, quindi, nei loro vari aspetti, l'attività imprenditoriale e l'esercizio dell'impresa, sia ad opera del singolo, sia ad opera di un gruppo organizzato (come, ad esempio, società o consorzi). Parlando di diritto commerciale ci si riferisce quindi, in senso generale, al diritto degli affari e alle regole del mercato volute dal legislatore per regolamentarne i fenomeni e la vita.
La materia è caratterizzata da una costante esigenza di aggiornamento. Si afferma, talvolta, che oggi il mercato sarebbe in buona parte disciplinato dalla c.d. lex mercatoria, per cui sarebbero i "grandi mercanti" (multinazionali, banche, istituzioni finanziarie) a dettare le regole, in forza delle loro posizioni dominati sui mercati di riferimento. Questa visione, probabilmente, coglie, sia pure con parzialità, un elemento importante: gli strumenti giuridici utilizzati dalle imprese hanno sempre avuto la caratteristica di adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato con una particolare rapidità, che anticipa spesso l'operato dei legislatori. Legislatori, tra l'altro, sempre più in competizione, per attrarre gli investimenti internazionali (si parla di "concorrenza tra ordinamenti"). È, infatti, proprio questo continuo rinnovarsi ad una velocità sconosciuta ad altre branche del diritto, per l'intervento dei singoli attori dell'economia, a caratterizzare dalle sue origini il diritto commerciale ed a guidarne l'evoluzione.